STORIA

BREVE CRONISTORIA DEL CIRCOLO TIFERNATE NEI SUOI CENTO ANNI DI VITA'

La sera del 19 gennaio 1873 alcuni cittadini tifernati, riuniti ad una cena nello studio Bezzi-Lapi- Raschi, posto in via S. Giacomo al 26, casa Borrani, - studio che dapprima servì come ufficio tecnico per la strada provinciale Città di Castello-Apecchio e poi come stabilimento tipografico, - incominciarono a parlare della convenienza che anche in questa Città sorgesse un locale per riunirsi a leggere dei giornali e conversare (1). L’idea fu subito accolta e si formò senz’altro un Comitato provvisorio che doveva compilare un progetto concreto.
(1) i promotori concepriono fino da allora il "Circolo" come centro di cultura e tale programma è espresso anche nel motto prescelto dal "Circolo"; cum voleserit utile.

I convenuti erano: ing. Scipione Lapi, Saverio Santini, Luigi Gnoni, Carlo Trivelli, Raffaele Grilli, Antonio Gnoni, Giuseppe Corsi, Francesco Mancini, P. Pasqui, E. Mannucci, prof. D. Mancini, Italo Bezzi, Adolfo Maioli, dott. Alessandro Manciati, Francesco Avigni, G. Calindri, Trivelli Carlo, Grilli prof. Raffaele, Corsi Giuseppe, Gnoni Antonio, Gnoni Luigi, Lapi ing. Scipione, e tra essi furono eletti a Presidente Francesco Mancini  Segretario Ing. Scipione Lapi.

Nello studio Bezzi-Lapi furono tenute le quattro prime adunanze nelle sere del 21, 22, 26 gennaio e 2 febbraio, e la cittadinanza accolse con tanto entusiasmo il progetto, che il 2 febbraio già si erano sottoscritti 82 soci, e il 9 febbraio 1873 alle ore 3.30 pom. nella Sala della Società Filodrammatica, ex-Teatroo Scarafoni, ora Teatro Vittoria, fu tenuta la prima Assemblea generale, presenti 90 soci.

Il primo Consiglio direttivo risultò così costituito: Presidente dott. Vincenzo Baldeschi; Vice Presidente avv. Pietro Dini; Cassiere il conte Pierleoni Piearlone; Provveditore Leoni Leone; Segretario (per acclamazione) l’ing. Scipione Lapi; Vice Segretario Vincenzo Dragoni; Consiglieri avv. Giuseppe Bertoni, avv. Pietro Ballico, dott. Cherubino Dari e Bernacchi Oreste. Avendo però l’ing. Lapi per le sue molteplici occupazioni declinata la carica, la sera del 14 marzo si addivenne alla nomina del Segretario nella persona del sig. Bastianelli Giuseppe, ed a Vice Segretario fu proclamato l’ing. Scipione Lapi.

Per la ricerca del come sede del “Circolo” si pensò prima ad un quartiere del Palazzo Spada, attualmente Palazzo Bufalini in Piazza Vitelli, poi ad un quartiere del sig. Corrado Brizi (Casa Vincenti presso l’Ospedale), ma fu giudicato più opportuno di domandare al Municipio il Palazzo Bufalini con il Salone che era adibito a granaio e che non aveva la comunicazione con le attuali sale del gioco, perché il terremoto del 1789 aveva atterrato il portico.

Intorno al nome da darsi a questa Società vi furono varie proposte; alcuni proponevano che fosse chiamata “Società delle Stanze”, altri “Società del Casino”, altri infine “Circolo Tifernate”, e il 4 giugno, festa dello Statuto, con l’intervento della Banda Musicale, fa fatta l’inaugurazione.

Il 28 agosto del 1875 nelle sale, restaurate convenientemente, fu dato il primo concerto vocale e strumentale a veneficio dell’Asilo di Infanzia, e si presentarono gli artisti del Teatro degli Illuminati che rappresentavano la Saffo del Maestro Piccini; al concerto prese parte anche il professor Antonio Bucchi.

Il 6 maggio del 1875 fu data una seconda grande accademia vocale e strumentale, cui presero parte i maestri di musica Filippo Valenti, Leopoldo Angeli, il basso Francesco Panari, il suonatore di corno Giuseppe Mariani, le pianiste signore Agene Croci, Francesca Volpicelli e Costanza Zanoni.
Nel febbraio 1876 il professore di tromba Trebbi dette un riuscitissimo concerto.

Il 10 dicembre 1877 il “Circolo” prese parte alla cerimonia commemorativa dei morti di Mentana (2), promossa dalla Società dei Reduci; come pure il 7 febbraio del 1878 prese parte ai funerali per la morte di Vittorio Emanuele, e in quella occasione la bandiera sociale uscì per la prima volta dalla sede.
(2) Fra i morti di Mentana la città nostra piangeva Luigi Nicasi, ricco signore della frazione di Morra, da tutti amato per il fervido entusiasmo patriottico.

Durante il 1878 la vita del nostro “Circolo” fu singolarmente attiva, perché in Città di Castello ebbe luogo l’Esposizione, promossa dalla Società Operai; furono manifestazioni degne di ricordo la grande accademia data dal celebre mandolinista Vailati il 9 maggio, e il 1° settembre per la inaugurazione dell’Esposizione, il banchetto e la festa da ballo nel Salone, che per detta occasione fu tutto rimodernato con nuovi addobbi.

Venne poi per il “Circolo” un periodo di crisi, tantoché, spirato col 9 febbraio del 1879 l’impegno dei soci per la vita del “Circolo” stesso, limitato ad anni cinque, il 10 dicembre del 1878 i soci fondatori stabilirono di liquidare la Società, vendendone i mobili. Si doveva procedere al pubblico incanto dal 16 al 23 febbraio 1879, ma il 7 febbraio i soci pietrari ricostruirono la Società, che riprese a funzionare il 18 febbraio.

In questa occasione fu riformato anche il Regolamento, e le nuove elezioni delle cariche portarono a Presidente il dott. Alessandro Manciati; Segretario degli atti Boselli Antonio; Segretario contabile Riccardini Luigi; Cassiere Raichi Alessandro; Provveditore Fanfani Rinaldo; Consiglieri i soci Gnoni Antonio, Paolieri dott. Luigi, Vincenzo Giuseppe, Corsi Giuseppe.

Fu acquistato in quella circostanza il pianoforte a coda, che ancora figura nelle nostre sale.

E’ da ricordare come il 14 agosto, sempre nel 1880, il nostro “Circolo” ospitò nelle sue sale i componenti la Conferenza per la Ferrovia Appennino centrale che quivi tennero le loro adunanze.

Sempre in quest’anno, occupandosi il “Circolo” di tutto ciò fosse di decoro alla Città e di tutto quello che servisse a tenere acceso il culto della Patria, intervenne in forma ufficiale con ala bandiera il 31 ottobre e il 9 novembre alla commemorazione dei morti per l’Indipendenza italiana promossa dalla Società dei Reduci.

Nel 1881 il “Circolo” pensò pure di aprire il Caffè, concedendo l’appalto al sig. Ortolani Antonio, dandogli la camera attigua allal sala di Lettura. Il 20 agosto dello stesso anno, essendo di passaggio per la nostra Città un Reggimento di Artiglieria che andava alle grandi manovre a Fabriano, fu dato nel Salone un ricevimento a tutti gli Ufficiali.

Dal 1881 al 1886 abbiamo un periodo di sosta nell’attività del nostro “Circolo” però non diminuirono le ammissioni dei nuovi soci, e si cercò con notevoli risparmi di coprire le considerevoli spese per l’addobbo del salone e delle sale degli Stucchi.

Nel 1886 e precisamente il 5 aprile, in occasione della apertura del primo tratto ferroviario Città di Castell-Fossato, fu dato nel Salone un rinfresco, e la festa fu ripetuta il 15 agosto quando fu inaugurata la intera linea.
In questo anno, nel luglio, l’attuale  Presidente onorario cav. Guglielmo Baldeschi tenne nella Sala degli Stucchi  una importantissima conferenza sul flagello delle peronospera che aveva invaso il nostro territorio, e fu la prima conferenza del genere tenuta nell’Umbria.

Nel 1888 il “Circolo” si fece promotore per la istituzione del Comitato locale della Croce Rossa e con attiva propaganda portò alla benemerita istituzione moltissimi soci.

Nel 1889 il nostro illustre cittadino onorario comm. Magherini Graziani e i proff. Cassarotti, Baldeschi, Chiari commemorarono Ippolito Salviati, e nel 1890, e precisamente il 22 marzo, il deputato on. Guido Pompili, davanti ad immenso pubblico, commentò il Principe Amedeo di Savoia.

Il 24 maggio del 1892 Carlo Dragoni, allora studente, inaugurò la bandiera del Circolo degli Studenti, dopo gentile delle Signore Tifernati, quella bandiera che quest’anno 1923 è tornata alla luce, essendosi organizzato il Circolo degli studenti.

Nell’agosto 1893 nella Sala maggiore fu offerto un gran banchetto al Ministro della Pubblica Istruzione on. Martini, al Prefetto di Perugia e all’on. deputato Raffaello De Cesare in occasione della inaugurazione della Esposizione Agricola nel Palazzo Vitelli; promotore l’on. dott. Marchese Ugo Patrizi.

Sempre nel 1895, il 29 dicembre, l’avv. Raffaello Ricci commemorò Ruggero Bonghi e il dott. marchese Ugo Patrizi, Cesare Cantù che era socio onorario della nostra Accademia dei Liberi.

Nel 1896, il 24 agosto, nella sala maggiore, si svolte il Congresso ciclistico umbro e vi intervennero il R. Prefetto e l’on. Cesare Fani; il 15 novembre vi fu una accademia musicale data dagli alunni delle nostre scuole di musica sotto la direzione dei maestri Balbi e Angiolo Bucchi.

Il 27 novembre del 1898 il “Circolo” festeggia il XXV anniversario della sua fondazione; fu rimessa a nuovo, per l’occasione, la sala da ballo e fu fatta una accademia vocale e strumentale, alla quale presero parte il maestro Serafino Baldi, la figlia Speranza, esimia arpista, Giuseppe Pedoni, A. Pecorari e la soprano signorina Zelmira Agnolucci di Umbertide.

Nel 1899 il dott. Mario Masini, assistente del prof. Maragliano, tenne una conferenza sulla tubercolosi.

Nel 1900, nel mese di settembre, il “Circolo” aprì le sue sale per il Congresso delle Società di Storia Patria per l’Umbria, e il 14 ottobre la Banda Musicale, per il suo primo centenario, dette un gran concerto e furono commemorati i suoi maestri: Natagel, Pauselli Antonio, Rocchi Baldassarre, Tomati Filippo, Pauselli, Carlo, Banchi Giuseppe, Grilli Raffaello, Stella Annibale, Valenti Filippo, Melotti Giovanni.

Il 17 marzo 1901 il concittadino prof. Luigi Cerboni commemorò l’immortale Giuseppe Verdi con un magnifico discorso; poi seguì una accademia musicale, nella quale suonò magistralmente Angiolo Bucchi.

Nel 1902 la ditta Brizi Leopoldo impiantava la illuminazione a gas acetilene.

Nel 1904 furono raccolti fra i soci i fondi per una nuova bandiera bianca, con lo stemma del “Circolo” in oro nel centro, che nel 12 febbraio del l’anno seguente fu solennemente inaugurata; il Consiglio poi fece acquistare nuovi mobili per le sale da gioco, di lettura e per l’ingresso, per ricevere degnamente i congressisti della Deputazione Umbra di Storia di Patria, che tennero le loro adunanze nel Salone.

Nel 1906 furono poste per la prima volta, durante il carnevale, le due lampade ad arco nel Salone da Ballo ed una nella Sala degli Stucchi.
Il 20 settembre 1906 fu dato in onore delle autorità intervenute per la inaugurazione del Monumento a Vittorio Emanuele e Umberto I un banchetto, presenti l’on. Cesare Fani e Giulio Pompili.
l consiglio di amministrazione stabilì allora di sostituire alla illuminazione ad acetilene quella a luce elettrica in tutte le sale.

Nel 1909 fu eseguito in legno il pavimento della Sala degli Stucchi, e il 5 aprile la pianista Agar Felleri, nostra concittadina, vi diede un gran concerto.
Il 12 giugno 1910 ebbe luogo un ricevimento in onore del prof. Sambon di Londra, venuto nell’Umbria per lo studio della pellagra (3)

(3) La pellagra era però fino d’allora quasi completamente scomparsa nel nostro territorio.

Il 23 ottobre 1919 per la inaugurazione del nuovo “Circolo Studenti” parlano il dott. Fabbri Giuseppe e Goffredo Bendinelli, studente di Belle lettere (ed ora Professore dell’archeologia nell’Università di Torino).

In occasione dell’inaugurazione della nuova sede della Pinacoteca nel restaurato Palazzo Vitelli della Cannoniera, il 13 luglio 1912, nel salone il Municipio offrì un banchetto a Sua Eccellenza l’on. Vicini e al commendatore Elia Volpi.

L’assemblea genera dispone nel gennaio 1915 di sospendere tutte le feste sociali e di erogare la somma a beneficio dei danneggiati del terremoto marsico.
Il 24 agosto del 1915 fu dato rifresco agli Ufficiali in occasione dell’arrivo dei primi 50 soldati feriti nella grande guerra.

Il 12 settembre l’Ispettore Scolastico Alfredo Frilli tenne una conferenza sul tema: “La formazione e le crisi dello spirito italiano dalla rivoluzione francese alla guerra contro l’Austria”.

Durante la guerra, il “Circolo” sospese ogni festa, e fino al 1920 non abbiamo di notevole che il resoconto dell’Assemblea generale del gennaio 1918, nella quale il Presidente Baldeschi, con ispirate parole invitava tutti alla calma e alla union, rivolgendosi a tutti quelli che sentono amore di patria affinché si adoperassero ad apprestare i mezzi per riscattare con la vittoria il doloroso crollo di Caporetto.

Nel 1920 fu installato il termosifone in tutte le sale del “Circolo”, e per iniziativa del Presidente dott. Giuseppe Fabbri si aprì un ciclo di conferenze tenute dal dott. Fabbri stesso, dal prof. Sebastiano Stocchiero, dal pubblicista Gustavoo Bioli e dal canonico Giovagnoli.

Fabbri Dott. GIUSEPPE
(Gennaio 1923)

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Nell’assemblea generale dell’11 Ottobre 1925 fu eletto Presidente il Cav. Otto Borri, essendosi il predecessore Cav. Dott. Giuseppe Fabbri dimesso con tutto il Consiglio Direttivo. Nei sei anni della solerte amministrazione Fabbri furono eseguite importanti migliorie, tra cui l’installazione del termosifone e dei ventilatori, un nuovo impianto di luce elettrica e restauri alla Sala da gioco.

Il 12 Dicembre detto, su proposta del concittadino Rag. Cesare Vincenti, residente a Milano, del compianto Mons. Giovagnoli, il Consiglio Direttivo propose, e l’assemblea generale deliberò, di farsi iniziatore d’una Mostra d’arte francescana retrospettiva e moderna in occasione del VII centenario della morte di San Francesco d’Assisi (3 Ottobre 1926), gloria specialmente dell’Umbria, all’uopo mettendo a disposizione i locali ed eleggendo un Comitato.

Il 23 gennaio 1926 fu deciso il mantenimento dell’iscrizione nell’albo dei Soci proprietari del dotto Sig. Eugenio Mannucci, Notaio (dimessosi per motivi di salute), per essere egli l’unico dei Soci fondatori di questo “Circolo”.
Il 31 Aprile 1926 fu acquistato, per la prima volta, un apparecchio Radiotelefonico.
E nel settembre 1926, giusta la cennata deliberazione, fu eseguita nel Salone una Mostra d’arte pura e decorativa, antica e moderna, avente attinenza al grande Santo Umbro e all’epoca sua, riuscita degna di Lui ed ammirata da ogni Autorità, fra cui il Ministro della Pubblica Istruzione, e da moltissimi cittadini e forestieri: ed oltre a ciò furon date conferenze commemorative ed illustrative.

Dal 1 Gennaio 1928 fino al 6 Febbraio 1935 non esistono i verbali del Consiglio Direttivo, che si ritengono distrutti con altri libri d’amministrazione dalle truppe occupanti. Soltanto risulta che in detto periodo fu sostituito il vecchio biliardo con uno nuovo, che è ancora l’attuale, dalla Ditta “F.lli Della Chiesa” di Milano e che nei carnevali furono dati i consueti trattenimenti danzanti e il veglione sociale del giovedì grasso.

Intanto qualche rarissima intemperanza nel gioco, esagerata da malevoli, cagionò la chiusura del “Circolo”, riaperto dopo pochi giorni con autorizzazione del 30 Maggio 1932 della Prefettura di Perugia, che nominò Commissario straordinario per un anno il Socio Gen. Francesco Zamponi. E durante la sua commissariale amministrazione furono apportati notevoli migliorie al Salone, alle Salette retrostanti per Signore e alla Sala degli Stucchi ad opera della locale Ditta Rossi Giambattista e Figli, seguendo il consiglio di competenti Artisti, fra i quali l’illustre cittadino mecenate Comm. Prof. Elia Volpi; e fu riformato da questa Ditta Dal Monte Quinto tutto l’impianto della luce elettrica sotto la cortese direzione del Socio Ing. Luigi Castori. E ciò che a spese del “Circolo”, e non del proprietario dell’immobile. Riuscitissime le feste d’inaugurazione con thè danzante, due trattenimenti familiari e veglione sociale.

Il 16 Giugno 1993 l’assemblea dei soci generale elesse il nuovo Consiglio Direttivo con Presidente lo steso Sig. Gen. Zamponi.

Durante il carnevale del 1934 ebbero luogo le solite feste da ballo, una delle quali, divertentissima, fu riservata ai bambini figli dei Soci.

Il 30 Dicembre 1934 l’assemblea generale approvò, con poche modificazioni, il nuovo Statuto-Regolamento proposto da quel Consiglio.

Nel 1934, sempre a spese del Circolo, fu eseguita la trasformazione del “Circolo” nel “Salone delle Sirene”, adorno di decorazioni dell’esimio artista Prof. Dante Baldelli, aprendovi quattro finestre e costruendovi da questa Soc. Lavorazioni Legnami Angellotti e C.i il pavimento a scomparti di legno, alto pannello di noce alle pareti, sette infissi e impianti di luce e di riscaldamento.

Nel 1935 il “Circolo” come sempre, non venne meno alle sue migliori tradizioni di ospitalità e di cultura: in occasione del solenne ingresso del nuovo Vescovo di questa Diocesi, Mons. Filippo Maria Cipriani, si si aprirono le sale per un ricevimento  e banchetto; e così pure la visita  i S.E. Arturo Marescalchi, Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste, qui convenuto nella prima grande “Mostra Equina”, e nella circostanza ei primi due Concorsi Ippici nazionali dati nella nostra città.

Non mancarono conferenze colturali, audizioni musicali, trattenimenti danzanti, di cui uno, con regali, per i soli bambini figli dei Soci, che riportò felicissimo successo come quello dell’anno precedente.

Il 31 luglio 1935 si spense l’attivo Presidente Gen. Francesco Zamponi, e l’Assemblea dei Soci de 9 febbraio 1936 elesse a nuovo Presidente del Consiglio Direttivo il Dott. Angelo Rosini, che già faceva part dell’amministrazione quale Vice-Presidente.

Nel 1936 continuano i lavori di miglioria e di abbellimento dei locali. Furono arricchite la Sala di Lettura e quella d’ingresso di moderni ed eleganti mobili di noce costruiti dalla suddetta Società, fu sistemata la Sala del biliardi r rimessa completamente a nuovo la Sala da gioco. Inoltre, fu riordinata la Biblioteca e compilato l’inventario dal compianto socio pubblicista e grande mutilato di guerra Gustavo Bioli e furono dati i consueti trattamenti familiari.

Nel 1937 gravi lutti colpirono la nostra Associazione, tra i quali occorre notare quello dell’ottimo Prof. Cav. Uff. Guglielmo Baldeschi, avvenuto l’8 Marzo 1937, che ne fu per moti anni Presidente onorario.

Nel 1937 fu organizzata una gara di campionato del gioco del biliardo, con premi, svoltasi fra 22 soci con il comune interessamento.

Altri lutti accaddero nel 1938, tra i quali quello del N. H. Guelfo Gualterotti (23 Gennaio 1938), ultimo superstite dei garibaldini tifernati ed allora unico socio onorario.

Nel 1938 fu fatta rilegare da Camilletti Avalle a mezza pelle, con titolo, annata e numerazione in oro sul dorso, tutta la ricca collezione della “Nuova Antologia”, che fa si bella mostra negli appositi scaffali moderni della Sala di Lettura, costruiti nel 1936 com’è stato accennato.

Nel 1940 furono date varie conferenze culturali, nonché diversi concerti; uno dei quali dall’egregio pianista Prof. Sante Romitelli, ed un altro da elementi della locale Scuola di strumenti ad arco, diretti dal valente Prof. Luigi Mori.

Durante gli anni seguenti gli eventi bellici non consentirono il normale svolgimento dell’attività; la quale, anzi, si può dire esser venuta a mancare dal Giugno 1943, quando cioè i locali vennero interamente occupati dalla Scuola Centrale di Artiglieria. Da allora fu un susseguirsi di occupazioni da parte dell’ex Dopolavoro, delle truppe tedesche e di quelle alleate; d alla ripresa dell’attività mancarono le feste e i trattenimenti perché non consoni a quel triste periodo.

Nell’Ottobre del 1944 si riaprì una nuova era: a domanda di 209 soci fu convocata l’Assemblea generale su di un ordine del giorno preparato da un Comitato, e tale Assemblea il 21 dello stesso mese all’unanimità nominò suo funzionante Presidente il Sig. Comm. Guido Meroni, funzionante Segretario il Sig. Avv. Rodolfo Palazzeschi e Socio onorario il Sig. Gen. Vito Cosi, eleggendo poi il nuovo Consiglio direttivo con Presidente il medesimo Sig. Gen. Corsi. Così durante il carnevale del 1945 i ripresero i trattenimenti danzanti, tra cui uno in onore degli Ufficiali Inglesi, temporaneamente ospiti della nostra Città.

Dal 15 Maggio al 29 Giugno 1945 furono svolte 12 conferenze culturali, con invito anche ai non Soci, riuscite molto interessanti ma frequentate da un pubblico non sempre numeroso. Notevole quella di S. E. Dott. Giuseppe Facchinetti, Procuratore Generale della Corte di Cassazione, su “L’Inghilterra”, per profonda erudizione e acutezza s’osservazioni.

Durante lo stesso anno 1945 fu provveduto alla nuova compilazione dell’inventario i tutto l’arredamento, nonché alla riparazione di taluni mobili, compreso uno dei due pianoforti; ad a cortese cura del Socio Cav. Uff. Stefano Storelli fu riordinata la Biblioteca, il cui materiale era stato manomesso d truppe occupanti, redigendo i nuovo il catalogo. Lo Storelli fu nominato Bibliotecario Onorario.

Il 13 gennaio 1946 fu offerto ai soci un trattenimento pomeridiano, con invito anche ai Signori Ufficiali del Reggimento “Garibaldi” ospiti della nostra città. Si gustò pure musica classica per cortese merito del detto pianista compositore Sante Romitelli.
Nell’adunanza del 20 stesso mese l’Assemblea generale, su proposta del Consiglio Direttivo, deliberò di mantenere fra i Soci, come Socio onorario alla memoria, il compianto superdecorato Tenente Colonnello Cav. Venanzio Gabriotti, e di nominare Socio onorario, per le sue particolari benemerenze, il cittadino Prof. Carlo Dragoni. Inoltre confermò Presidente il Sig. Gen. Vito Corsi (che era dimesso con tutto il Consiglio Direttivo) ed elesse il nuovo Consiglio, che è attualmente incarica.
Nel Marzo 1946 fu rinnovato il panno di biliardo, e subiti il “Circolo” indisse una gara di campionato con premi, che destò interesse e che vide schierati ben 47 Soci, divisi in due categorie.
Nell’Agosto 1946 furono restaurati da questa Ditta Rosi Giambattista e figli il Salone, la Sala degli Stucchi e la Biblioteca, danneggiati dalle truppe che vi alloggiarono.
A favore della Crocee Rossa Italiana il 10 Novembre 1946 fu dato nella Sala delle Sirene un trattenimento danzante.
Nello stesso mese fu concessa tale sala per la solenne commemorazione dei benemeriti Baroni Leopoldo Franchetti ed Alice Franchetti, fatta dall’ammirevole oratore Comm. Dott. Giuseppe Varriale, Presidente del Tribunale di Perugia, con l’intervento di tute le autorità e di numerosissimo pubblico.
Anche la premiazione dei vincitori alla Mostra Equina (già sospesa da vari anni) fu fatta il medesimo mese in quella Sala.

Nel 1947 proseguirono da parte della medesima Ditta Rossi i lavori di ripristino e di restauro ad altri locali maggiormente danneggiati come sopra e cioè alla Saletta della Radio, alla Saletta del Bar, alla Saletta della Presidenza e all’appartamento del custode.

In questi duri anni del dopoguerra il Circolo non sottratto al dovere di elargire somme a favore di Ospizi, d’Istituti di beneficienza e dei meno abbienti della Città.

Storelli Cav. Uff. Serafino
(Gennaio 1948)

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Agli inzi del 1948, 75° della fondazione, il Circolo Tifernate contava ben 344 Soci, (il decano per età e data di iscrizione era il sig. Enrico Martmann, svizzero, che fu valentissimo incisore-litografo) e il Consiglio Direttivo doveva disporre la sospensione di nove ammissioni per insufficiente capienza dei locali riscaldati; la frequenza dei Soci era alta.

Per le celebrazioni del 75°, l’apposita commissione formata dai sigg. Bini dr. Angiolo, Castori ing. Luigi, Rosini dr. Angelo, Roti Renato organizzò un concerto eseguito dalla “Orchestra d’Archi” della locale Scuola Comunale di Musica, diretta dal prof. Luigi Mori, la sera del 21 Febbraio.
Il Consiglio Direttivo, su proposta del Presidente, Gen. Vito Corsi, all’unanimità deliberò di ricordare con una certa solennità tale anniversario dispose la ristampa dell’opuscolo su “Il Palazzo Vecchio Bufalini” e la storia del Circolo Tifernate. Incaricò il proprio bibliotecario onorario Cav. Uff. Serafino Storelli di stralciare dai verbali l’attività del Circolo dal 1923 (50° anniversario) al 194. Egualmente viene fatto oggi per il Centenario del Circolo; così, aggiungendo alla cronistoria del 75 anni quella successiva fino alla odierna fausta ricorrenza, si avrà de Cento anni di vita della nostra Associazione una breve storia che, come diceva Giovagnoli, non sarà opera del tutto vana, essendosi raccolto un materiale che altrimenti sarebbe andato disperso.
Sempre nel Febbraio 1948 fu tenuta l’Assemblea Generale Straordinaria dei Soci; numerosi furono i presenti e al termine venne distribuito l’opuscolo commemorativo.

Nei verbali delle periodiche riunioni del Consiglio Direttivo si può leggere che, ancora nel novembre 1949, per tre giorni la settimana non veniva erogata l’energia elettrica e si era provveduto ad una illuminazione sostitutiva con lampade a Pibigas.

Nel dicembre successivo il Circolo versava al Sindaco n contributo di L. 10.000 per “la refezione scolastica” “sulla stessa linea di aziende industriali cittadine di larghe possibilità economiche”.

Nei primi anni del 194849-50 furono effettuati restauri vari alle sale, con acquisto di mobili; si procedette al rifacimento dell’impianto elettrico nelle sale di: lettura, ingresso, radio, bar. Sempre nel 1950, dopo il migliorato funzionamento dell’acquedotto comunale, fu rifatto completamente l’impianto igienico principale.

Dal 1948 a oggi il Circolo ha concesso la propria sede per una infinità di riunioni ad Associazioni e Enti di vario tipo, purché apolitici, accrescendo di anno in anno il numero dei permessi concessi; si può ben dire, che negli ultimi 25 anni esso è stato quasi la sede rappresentativa della città. Ogni anno le sale vengono concesse alla Croce Rossa Italiana, per il tradizionale trattenimento danzante e tra le associazioni troviamo, nel lungo elenco, le Dame di S. Vincenzo, i Maestri Elementari, l’Associazione Agricoltori, l’Associazione Calcio C. di Catello, il Rotary Club, il Lyons Club, la cassa di Risparmio, i medici, i geometri, il Club Filatelico, L’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, e numerose altre.

Come da statuto, le sale sono state sempre a disposizione del Comune per manifestazioni di carattere cittadino, convegni e ricevimenti.

Come fatto culturale, non secondario, si può ricordare che diversi studenti hanno trovato del buon materiale per le loro tesi di laura nelle raccolte di riviste esistenti nella biblioteca del Circolo, per le quali si sono spese e si spendono delle cifre notevoli. I quotidiani e le altre pubblicazioni della sala di lettura sono state e sono a disposizione di qualsiasi cittadino per ricerche di carattere culturale.

Le sale del Circolo Tifernate hanno ospitato, gratuitamente (luce e riscaldamento compresi), decine e decine di mostre di pittura, concerti, conferenze; si può dire tranquillamente che gran parte della vita culturale di Città di Castello nell’ultimo quarto di secolo si è concretizzata attraverso le manifestazioni effettuate al Circolo.

Il Circolo, in questi ultimi 25 anni, ha organizzato per i Soci e le loro famiglie dei trattenimenti danzanti durante il periodo di carnevale, con la “la festa dei bambini” e il Veglione Sociale del “Giovedì Grasso” che in questi ultimi anni, però è stato spostato al “Sabato Grasso”; il Venerdì mattina la maggioranza dei Soci è occupata in attività professionali.

Come notizia, forse secondaria, ma riguardante la vita del Circolo si può annotare che nel 1967 andava in pensione l’ultima dipendente, Achille Polpettini “custode” e gestore del bar, dopo oltre 45 anni i servizio.

Ogni anno si sono tenute regolarmente le Assemblee Ordinarie dei Soci che hanno visto riconfermato il Consiglio Direttivo presieduto del Gen. Vito Corsi fino al marzo del 1956. Nella riunione di commiato, il Gen. Cosi nel salutare il nuovo Presidente, per sua volontà “ad interim”, avv. Donino Donini già Vice-Presidente, augura un avvenire sempre migliore al nostro Sodalizio; infatti l’avv. Donini, per ragioni di carattere personale è costretto a dare le dimissioni nell’agosto successivo e il Vice-presidente dr. Gino Cecchini, su delega del Consiglio Direttivo , assume le funzioni di Presidente che mantiene fino all’Assemblea Straordinaria del 20 gennaio 1957 della quale viene eletto l’attuale Presidente comm. Amedeo Corsi.

Poiché qui si chiude un periodo di vita del Circolo e se ne apre un altro conviene ricordare i nomi di coloro che hanno fatto parte dei vari Consigli Direttivi  presieduti dal Gen. Vito Corsi: sig. Renato Roti Vice-Presidente, Cecchini dr. Gino, Baldicchi prof. Bruno, Sbrocchi col. Alcide, Perugini prof. Armando, Pacciarini avv. Aldo, avv. Fernando Andreoli, dr. Arturo Piotti, sig. Radici Tommaso, dr. Tommasucci Renato, Dini avv. Donino, Ruggeri avv. Remo, sig. mancini Attilio, Battocchi dr. Giuseppe, avv. Rodolfo Palazzeschi, dr. Sediari Demo, sig. Bonini Berlindo, dr Borri Mario, dr. Pietro Vignali, avv. Francesco Casilli, sig. Valori Raffaello, Ortalli rag. Enzo. Sig. Maurizio Franchi.

Agli inizi del 1957 il primo Consiglio Direttivo presieduto dal Comm. Amedeo Corsi è così formato: dr. Angelo Rosini Vice-Presidente, dr Renato Tommasucci Segretario, dr Gino Cecchini provveditore, rag. Enzo Ortalli contabile; consiglieri: prof. Baldicchi Bruno, dr Angiolo Bini, sig. Franchi Maurizio, sig. Pierini Bruno, dr Piotti Arturo, geom. Vincenti Antonio; sindaci revisori: dr. Ettore Campriani, rag. Margarinotti Giovanni. Il Presidente, nella seduta consiglieri inaugurale, dopo il saluto del dr. Gino Cecchini, ringrazia e auspica un proficuo lavoro fidando nella collaborazione dei Consiglieri e di tutti i Soci.

In questi ultimi quindici anni circa, si può veramente dire che il Circolo Tifernate ha cambiato volto rinnovando e restaurando quasi tutte le sue sale e saloni. I lavori ebbero inizio negli anni 1957-58 con rinnovo totale della saletta del bar, nei mobili e nella attrezzatura, su progetto dell’architetto Bertolacci di Milano e otto la direzione del cons. geom. Antonio Vincenti; furono acquistati poi, dall’antiquario Cesare Sisi i mobili che arredano attualmente la saletta della radio-televisione.

Si passò poi ad un restauro più impegnativo e fondamentale: la Cooperativa d’Arte Muraria di Città di Castello seguì i lavori di rinnovo totale del pavimento nelle cinque sale principali, al piano nobile del Palazzo Vecchio Bufalini (sale di lettura, ingresso, biliardo, radio e bar) con lastre di marmo piegato di Verona; fu di valido aiuto nell’acquisto, il compianto concittadino Vito Bistoni.

Come contropartita all’”affitto agevolato” del primo piano del Palazzo Vecchio Bufalini da parte del Comune, il Circolo ha continuato, senza indugio, nei lavori di miglioria mantenendo gli impegni assunti e andando veramente oltre. Passiamo brevemente in rassegnagli altri lavori eseguiti. Salone degli Specchi: lo sconnesso pavimento a tavolini è stato sostituito con un pavimento in parquet a listoni di “Wange panga-panga”, un prezioso legno africano. Il salone ha ritrovato la sua dignità con il rinnovo totale della tappezzeria in occasione del “Centenario”. Anche i servizi igienici cono stati perfezionati; in particolare, con il rifacimento completo di quello principale.

Nella sala da gioco è stato sostituito il pavimento e la sala è stata dotata di un efficiente impianto di ricambio dell’aria; un altro salone che è stato restaurato con cambiamenti in meglio notevoli è la “sala delle Lumiere” (già Sala dei banchetti e “Salone delle Sirene”.

Al termine di questa lunga elencazione di lavori e restauri è doveroso ricordare il consigliere geom. Antonio Vincenti che li ha diretti con disinteresse e continua tuttora con quelle deliberati dal Consiglio Direttivo nel Dicembre 1972, per celebrare degnamente il Centenario del Circolo, per un importo rilevante: rinnovo impianto elettrico Salone degli Specchi e Saletta degli Stucchi, cambio di tappezzeria di tutti i divani e poltrone del Salone degli Specchi, restauri di tinteggiatura a tutte le sale del Circolo; nuovi lampadari “in stile” nello scalone del Palazzo vecchio Bufalini, restauro e tinteggiatura delle pareti di tutto lo scalone del palazzo.

Constata e approvata la dinamica efficienza del Presidente Gr Uff. Amedeo Corsi, i Soci lo hanno sempre riconfermato nelle varie Assemblee Generali ordinarie e straordinarie fino a giungere a questo 1973 centesimo anniversario della nascita del Circolo; gli attuali consiglieri sono da aggiungere, dal 1957 i nomi dei Soci: dr Piotti Arturo, sig. Conzales Calcedonio (Ϯ), dr. Ferri Enrico, dr Anastasi Vincenzo, avv Nicastro Marco.

Alla lettura del lungo elenco dei continui lavori di miglioria, tralasciando quelli di manutenzione ordinaria e lo stipendio del custode, sorge spontanea la domanda degli introiti del Circolo. Da molti anni le finanze del Circolo Tifernate poggiano su due cardini: primo, una oculata amministrazione portata avanti da tutti i Consiglieri Direttivi e in particolare dai Provveditori Economi Maurizio Fraschi (Ϯ), dr Gino Cecchini  e dall’attuale rag. Renato Levèque; secondo, il regolare pagamento delle quote da parte dei Soci anche se oltre la metà frequenta il circolo molto raramente è stata presa la decisione di offrire a tutti i Soci una medaglia d’argento per il Centenario.

In chiusura di queste righe si può scrivere che è doveroso riconoscere al Circolo Tifernate una funzione una sua funzione valida nell’ambito delle istituzioni cittadine. Per cui è augurabile che continui a vivere, il Circolo Tifernate di “tutta” Città di Castello, poiché ha dimostrato di sapersi adeguare ai tempi attuali nei quali opera una società articolata e diversificata e, come dice il suo motto “cum voles erit utilis”.

Polpettini Dr. Stelio
(Gennaio 1973)

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IL CIRCOLO TIFERNATE ASOCIA NEL FEBBRAIO 1967 L’ACCADEMIA DEGLI ILLUMINATI
(fondata nel 1650)

Allorché sullo scorcio del Sec. XVI cominciarono a sorgere in Italia tante Accademie scientifiche o letterarie, anche a Città di Castello ebbe le sue accademie istituzionali.

Dell’Accademia degli Illuminati, come istituto letterario, fa menzione il Sansovino nell’opera “Dell’Origine delle Accademie”.

L’Accademia degli Illuminati sorse con giovanile slancio nel 1650, quando delle altre accademie tifernati, alcune languivano, altre si spensero o furono assorbite dalla novella istituzione. Il suo stemma mostra la luna nel mezzo e in fondo all’orizzonte il sole che sorge col motto “videor ut video”. Vi è pure una fascia ove si legge il titolo assunto: “Illuminati”. L’Accademia degli Illuminati si chiamò tale, scegliendo a suo protettore S. Illuminato tifernate, eremita di Montalbano, vissuto nel secolo XII per il quale i tifernati, specialmente nel ‘600 avevano una grande venerazione, tanto che, sembra, nel dicembre del 1622 il Consiglio Comunale deliberò il fare una rimostranza al Vescovo, il quale non voleva inserire nel calendario la festa di detto Santo.

Ogni anno l’8 di luglio, giorno di fondazione dell’Accademia, si celebrava, nella Cattedrale con penegirici e nel Teatro con discorsi accademici, la festa del Santo. L’Accademia fiorì per la speciale protezione di una illustre dama tifernate, la Marchesa Girolama Bandini Vitelli moglie di Chiappino Vitelli marchese di Montone, la quale, quando ancora non era costituito il teatro, apriva le sale del palazzo Vitelli, detto della Piazza, oggi Bufalini, per dar luogo degno e geniale ai trattenimenti accademici. Dopo la morte di questa nobile signora, il Marchese Antonio Lignani, senatore bolognese e marito della Marchesa Angela Vitelli, nipote delle Girolama predetta, persuase gli accademici a costruire un teatro proprio, per ivi tenere le loro adunanze e vi riuscì, sia contribuendo finanziariamente alla costruzione, sia con l’assisterne i lavori.

Concorsero efficacemente con cospicue somme anche le famiglie nobili (a quel tempo per concessione speciale di Papa Urbano VIII, le famiglie nobili della città erano 40) tra cui quelle dei Vitelli e Berioli.

Per la costruzione del Teatro fu scelta dagli Accademici la località fra la Piazze de’ Tarantini e la via Brandano.

Giova ricordare che fino alla sua fondazione l’Accademia degli Illuminati interponeva le rappresentazioni teatrali e i discorsi accademici, e tale fatto pose termine in breve tempo, alle giostre ed ai giuochi, che si eseguivano nelle così dette solennità Floridiane.

Nel 1826 il Teatro venne decorato dal celebre pittore Vincenzo Chialli e dal buon maestro di lui Giuseppe Crosti, tifernati ambedue

Il 14 gennaio del 1912 il Teatro fu eretto in Ente Morale e il 6 giugno del 1919 venne nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione sotto l’attuale Presidente Gr. Uff. Amedeo Corsi, con l’incarico di restaurare il Teatro per poi così inaugurarlo degnamente.

Per aderire a questo desiderio degli Accademici, furono fatti dei lavori sotto la direzione dell’Accademico Geom. Enrico Vincenti e per tutto ciò che fu lavoro di palcoscenico, attrezzature e macchine fu chiamato a dirigere il Sig. Oreste Bornisacci, direttore dei meccanismi presso il Teatro Costanzi di Roma, oggi Teatro dell’Opera. La spesa per tali restauri ascese a Lire 325.417.

Il Teatro così rinnovato fu riaperto nell’agosto del 1920 con una serie di rappresentazioni dell’Aida, spettacolo che fu veramente grandioso, degno dei principali Teatri d’Europa.

Furono in seguito dati spettacoli di prosa da Compagnie di primissimo ordine, quali quelle di Tumiati, Palmi-D’Origlia, Monldi, Micheluzzi, Garibalda Niccolini, Bertone, Emma Grammatica, Romano Calò, Alda Borelli ecc. Non sono mancante le conferenze culturali e i discorsi commemorativi, splendidi per forma e preziosi per profondità e genialità di pensiero, del grande oratore italiano On. Senatore Innocenzo Cappa su Giacomo Puccini nel 1925 e di recente su Vincenzo Bellini. Dal 1920 ad oggi solo due dono state le opere liriche prodotte, cioè IL RIGOLETTO e ultima la TOSCA. Questo senza dubbio, è derivato dal fatto che anche Città di Castello ha pagato nel campo dell’arte musicale il suo tributo al dopoguerra.

Siamo giunti al termine di questa rievocazione delle vicende del massimo Teatro Tifernate. Forse talvolta ci siamo troppo indugiati in episodi di poco interesse, forse abbiamo omesso fatti, che avrebbero meritato di essere ricordati. Affinché, però, il quadro di questi ricordi di una vita cittadina tanto differente da quella di oggi, risultasse più efficace, abbiamo cercato di trascurare il meno possibile gli avvenimenti di maggiore importanza.

Se la nostra città possiede oggi un bel Teatro, quale è quello che si intitola agli Accademici Illuminati, il merito spetta esclusivamente ad un gruppo esiguo, ma volenteroso, di egregi cittadini, che ne pensarono e ne vollero la costruzione senza alcun miraggio di speculazione, ma con l’unico intendimento di far cosa bella e utile per la città. Questo esempio veramente magnifico di civismo non dovrebbe andar dimenticato per quanto, purtroppo, gli anni passano e i ricordi si perdono.

Entro la elegante sala del Teatro, nell’alveare dei profondi e rossi palchetti, ognuno dei quali porta il nome di una famiglia nostra, più e più generazioni di tifernati riunite nel godimento universale dell’arte, hanno trascorso tante volte delle intere serate di gioia e di festa, come talvolta, anche affratellate invece nel dolore, vi hanno purtroppo passato momenti di triste raccoglimento e di ansie penose.

Ci sia consentito infine fare una constatazione, che torna ad onorare Città di Castello, e cioè che il pubblico di ogni condizione sociale, fino dai tempi antichi; è corso sempre numeroso a tutte le rappresentazioni teatrali, ciò che donata il profondo sentimento e lo spirito artistico dei tifernati; spirito e sentimento che uniscono del resto tutti gl’italiani.

DR Angelo Rosini
(Da: “Il Teatro degli Accademici Illuminati in Città di Castello“ maggio 1935)